Sinusiti

Cos’è la sinusite?

Le sinusiti sono infiammazioni dei seni paranasali che possono manifestarsi nell’adulto e nel bambino.

Molte cause possono provocare un’alterazione del trasporto muco-ciliare e della ventilazione dei seni paranasali.
Il muco secreto scorre fisiologicamente lungo la mucosa respiratoria con un moto che, dal fondo dei seni paranasali, si dirige verso l’ostio degli stessi e, dal vestibolo nasale, in senso antero-posteriore, verso il rinofaringe.

La ventilazione dei seni paranasali è assicurata dagli osti che si aprono nella parete laterale delle fosse nasali in 2 aree:

  • Area infundibulare per le camere anteriori, etmoide anteriore, seno mascellare e seno frontale.
  • Recesso etmoido-sfenoidale, per quelle posteriori, etmoide posteriore e seno sfenoidale.

La maggior parte delle patologie sinusali colpisce il comparto anteriore per 2 motivi:

  • L’80% circa del flusso aereo endonasale colpisce l’area infundibulare.
  • Gli spazi di drenaggio delle camere sinusali anteriori sono stretti e tortuosi, esposti perciò a contatti mucosi che alterano spesso il trasporto muco-ciliare.

Le alterazioni anatomiche principali che predispongono le rinosinusiti sono:

  • Creste settali.
  • Conche bullose.
  • Turbinati medi con curvatura paradossa.
  • Difetti della ventilazione.
  • Temperatura ed umidità dell’aria.
  • Inquinanti aerei.
  • Allergie.

Gli antibiotici abbattono le complicanze delle sinusiti, che però possono manifestarsi anche con meningiti, osteomieliti, tromboflebiti del seno durale, ascessi epidurali e subdurali o infezioni orbitarie.

Come valutare una sinusite?

La valutazione diagnostica di base si esegue con endoscopia nasale, effettuata con fibra ottica rigida o flessibile; ma può essere indicata anche una TC del naso e dei seni paranasali, in vista di un’eventuale programmazione chirurgica.
La radiografia del naso e dei seni paranasali è oggi considerata obsoleta.

Ulteriori approfondimenti diagnostici possono prevedere la citologia nasale, la rinomanometria e/o l’olfattometria.

Come curare la sinusite?

Una terapia medica mirata può restituire integralmente la funzionalità del seno interessato dalla sinusite. Gli interventi chirurgici “funzionali” con tecnica endoscopica, altrimenti, permettono di ristabilire le funzioni naso-sinusali, nel rispetto delle strutture anatomiche e delle mucose.

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Poliposi nasale

Cos’è la poliposi nasale?

La poliposi nasale è una patologia delle cavità nasali caratterizzata da neoformazioni del tessuto mucoso nasale che, ingrandendosi, ostruiscono la respirazione, riducono o fanno perdere l’olfatto, provocano cefalea, rinorrea e aumentano il rischio di rino-sinusiti.

La diagnosi di una poliposi nasale viene effettuata mediante fibroscopia nasale e TC del massiccio facciale. È molto utile anche ricorrere alla citologia nasale.

Negli ultimi anni la ricerca medica ORL ha introdotto un nuovo concetto eziopatologico da considerare nella cura: le micosi allergiche: quando la poliposi è legata a funghi ubiquitari in pazienti con una reattività allergica sistemica.
L’aumento delle IgE, l’ipereosinofilia e l’intolleranza ad A.S.A. sono tutti dati anamnestici che aumentano il rischio di recidiva, anche dopo un intervento perfetto.

Il trattamento chirurgico della poliposi nasale attualmente viene effettuato in endoscopia nasale e si associa a cure cortisoniche topiche preventive e post-chirurgiche.

Perdita dell’olfatto

Cos’è l’anosmia?

Anosmia significa “mancanza di olfatto”.

I disturbi dell’odorato aumentano con l’avanzare dell’età, tanto negli uomini quanto nelle donne.
I fattori di rischio più spesso associati a disfunzioni olfattorie sono fenomeni infiammatori, come le riniti e le rinosinusiti croniche, l’esposizione a sostanze inalanti tossiche e i traumi cranici.

L’iposmia viene associata da alcuni anni a malattie neurodegenerative, come la malattia di Alzheimer (AD) e di Parkinson.

Come si misura la perdita dell’olfatto?

La diffusione di test olfattometrici standardizzati e semplici da eseguire permette oggi di valutare in fretta la funzione olfattiva nell’ambito della diagnostica rinologica.

L’analisi olfattometrica si esegue mediante lo Sniffin’ Sticks Extended Test (SSET). Il test permette di valutare 3 parametri relativi alla funzione olfattoria:

  • Identificazione degli odori.
  • Discriminazione della soglia olfattoria.
  • Determinazione della soglia olfattoria.

Il test dura tra i 25 e i 45 minuti.
Per determinare la soglia olfattoria presentiamo al paziente lo stick contenente la concentrazione più alta di n-butanolo e successivamente triplette con un solo stick contenente l’odore in differenti concentrazioni; stabiliamo così la soglia minima.

La capacità di discriminazione olfattoria si rileva con la presentazione di 16 triplette di sticks: in ogni tripletta 2 stick contengono lo stesso odore ed uno un odore diverso. Il paziente deve riconoscere in ogni tripletta lo stick con l’odore differente.

Per l’identificazione olfattoria si presentano 16 stick a intervalli di circa 30-60 secondi. Per identificare l’odore viene data al paziente una lista con 4 possibilità di scelta per ogni odore.

La somma dei tre punteggi ottenuti (Threshold Discrimination Identification = TDI score) classifica il soggetto come normosmico (punteggio > 30), iposmico (punteggio < 30) o anosmico (punteggio < 15).

Negli ultimi anni gli Sniffin’ Sticks si sono diffusi molto, grazie ai numerosi vantaggi quali la buona sensibilità e specificità, la riproducibilità dei risultati, la facile esecuzione, la rapida interpretazione dei risultati e l’utilizzo di sostanze odorose comuni. La stesura del referto è inoltre agevolata dal programma OLAF.

Il ruolo dello specialista otorinolaringoiatra è fondamentale per garantire l’affidabilità del test olfattometrico. La sensibilità del test olfattometrico dipende infatti dalla selezione accurata dei pazienti, tanto dal punto di vista anamnestico, quanto da quello obiettivo, e deve essere affiancato da una completa valutazione del distretto massiccio facciale.

Ipertrofia dei turbinati

Cos’è l’ipertrofia dei turbinati?

Una delle cause più frequenti di ostruzione nasale è l’ipertrofia dei turbinati, che sono strutture altamente vascolarizzate presenti all’interno delle cavità nasali.

L’ipertrofia dei turbinati può dipendere da allergie, infezioni, abuso di spray nasali con vasocostrittore.

I sintomi più comuni dell’ipertrofia dei turbinati sono:

Ostruzione nasale, soprattutto in posizione supina
Produzione aumentata di muco e catarro
Cefalea
Russamento
Starnuti frequenti
Riduzione dell’olfatto
Ovattamento auricolare e otiti ricorrenti

scheda dei turbinati
Come si analizzano i turbinati?

La diagnosi di ipertrofia dei turbinati viene effettuata mediante:

Fibroscopia nasale
Eventuale rinomanometria, citologia nasale, Prick Test

Quali interventi possono decongestionare i turbinati?

Il trattamento chirurgico è indicato quando le terapie mediche non portano risultati a lungo termine.

La decongestione dei turbinati con radiofrequenze (RF) è una tecnica chirurgica che consente di ottenere una riduzione volumetrica dei turbinati mediante una retrazione cicatriziale, senza lesioni mucose superficiali e senza alterazione del meccanismo del trasporto muco-ciliare.

La riduzione volumetrica dei turbinati inferiori (RFTVR) è una tecnica consolidata che migliora la respirazione nasale con il vantaggio di un’esecuzione in anestesia locale e dell’assenza di tamponi nasali.